La gentilezza è la più grande virtù. Grande e silenziosa, s’insinua nelle cose come gli spifferi nelle case (solo più piacevole). La gentilezza c’entra molto con questo libro, perché è da un atto di gentilezza che ho avuto la possibilità di leggerlo.
Conosco una receptionist al lavoro che legge. Non abbiamo gli stessi gusti, lo vedo dalle stories che pubblica su Instagram. Eppure legge con costanza, e questo mi sembra sufficiente. Io e lei non ci conosciamo tantissimo, se non per un paio di chiacchiere ogni tanto. Se non fosse che un giorno, dal nulla, mi scrive e mi dice che mi avrebbe prestato un libro. Non mi chiede se mi va, se forse sto leggendo altro. Ammette solo, candidamente, che crede sia il mio genere. E così il giorno dopo, al lavoro, mi porta “Una ragazza malvagia” di Alex Marwood.
Il fatto che sia il mio genere beh, non è proprio vero. Ma che questo sia più “il mio genere” rispetto a una Lucinda Riley qualunque, su questo non ci piove. “Una ragazza malvagia” è un thriller senza troppi colpi di scena, con una prima parte decisamente lenta e una seconda più incalzante. Nel complesso, se la cava. Ha di buono che l’autrice ha deciso di usare quella struttura narrativa fatta dell’alternarsi di flashback e di momenti presenti che, se ben calibrata, mi fa impazzire.
Ci sono alcuni dettagli che non mi hanno convinta al 100%: il finale – come spesso accade, parecchio raffazzonato -, il titolo – un mio cruccio, lo so. Vi rendete conto che non sono riuscita a trovare questa recensione tra i mie file salvati perché non ricordavo come l’avessi salvata? Sono pesante, lo so – e i personaggi, descritti con un eccessivo cinismo, che a me non piace mai.
Ma in fondo, chissenefrega – sì, scritto tutto attaccato perché le mie critiche questa volta se lo meritano: grazie a chi me l’ha prestato, senza volere nulla in cambio e, soprattutto, senza preoccuparsi di un mio possibile rifiuto, del fatto che non lo leggessi o, semplicemente, del gentile e spontaneo contatto umano.
Vorrei essere anche io come te. Solo che odio prestare i miei libri.
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